(Dicembre 2009) Si sa che dare ascolto al cliente è un modo di farsi venire in mente delle idee nuove. Questo lo prova la decorazione presso un’impresa mineraria in Canada: lì sono state create parti di una parete con delle anime di trivella, dopo che un visitatore ha chiesto, per scherzo, agli architetti se non possono utilizzare i suoi scarti.
Questi scarti sono diventati il gioiello dei due piani di uffici per la Agnico-Eagle Mines nella città di Toronto. Gli architetti hanno trattato le colonnine di pietra provenienti dalla prospezione con grande cura: per prima cosa hanno disposto le stecche sul pavimento per trovare l’assemblaggio di più grande effetto; inoltre hanno lasciato le strisce di gessetto sul materiale proteggendole addirittura con una copertura di vernice, perché questi segnetti sono tipici per il lavoro analitico dei geologi.
„Un’allusione alle materie prime“ doveva dare la creazione, come si legge in una presentazione degli uffici Taylor_Smyth architects Toronto. Tutto sommato i designer hanno utilizzato „materiali preziosi“, visto che Agnico-Eagle coltiva oro dalla terra.
La scala verso i due piani è rivestita con travertino, nel quale sono stati inseriti strisce di alluminio d’orato. „Questo dovrebbe ricordare un pò ad una mina“, scrivono gli architetti.
Nella parete si trova una finestra con due massi metalliferi grezzi contenenti oro.
Tanti dettagli della creazione girano attorno all’argomento pietra: il tappeto ha un disegno che ricorda il granito, parti del pavimento e delle pareti sono rivestite con lastrine di pietra calcarea e nella sala riunione nel piano alto c’è una striscia marcata di onice traslucente. Oltre a questo sono stati utilizzati preziosi tipi di legno.
Gli oggetti d’arte parlano della selvaggia della natura canadese. Una foto a tutta parete dell’archivio della ditta mostra una scena tipica del lavoro in una miniera. Dal giardino pensile nel piano alto il visitatore gode di visioni panoramiche verso la cattedrale e il parco St. James e la cuppola di St. Lawrence Hall.
Foto: Taylor_Smyth architects
