(Marzo 2013) Confindustria Marmomacchine rilancia l’allarme restrizione del Credito, con l’Italia e le sue imprese ancora una volta in piena emergenza. Secondo il Centro Studi di Confindustria rischia infatti di partire la terza ondata di credit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del 2011-2012. Le banche sono sempre più selettive, i prestiti calano, i tassi salgono, molte imprese rinunciano a chiedere crediti. Un terzo delle aziende ha liquidità insufficiente e molte con progetti validi vanno in crisi per carenza di fondi. Così, anziché lasciare il posto a una timida ripresa, la recessione può di nuovo aggravarsi.
Confindustria lancia a gran voce un appello: va spezzato il circolo vizioso! Le banche sono caute nell’erogare prestiti per timore del contesto recessivo che fa crescere le perdite su crediti, erodendo il capitale; la scarsità di credito frena il recupero della domanda interna, anzi la affossa ulteriormente. Così i timori delle banche paradossalmente si autorealizzano.
Confindustria ritiene che serva uno shock di politica economica che punti all’obiettivo del ritorno alla crescita e restituisca ossigeno finanziario al sistema produttivo. Una misura che può sbloccare lo stallo del credito è il pagamento immediato alle imprese di 48 miliardi di Euro di debiti commerciali della PA. Questa liquidità avrebbe positivi effetti a catena su tutto il circuito dei pagamenti e restituirebbe fiducia. Ripartirebbero i progetti di investimento accantonati, salirebbero i rating aziendali, favorendo l’erogazione di credito a tassi più bassi. Ci auguriamo che il nuovo Esecutivo, quando e se mai ci sarà, si faccia carico di questo pericoloso avvitamento credito/recessione chep uò portare a ulteriori sofferenze il tessuto più sano e produttivo del paese: il manifatturiero.
Fonte: Confindustria Marmomacchine